I rapporti tra genitori e figli rappresentano da sempre una questione delicata, talvolta un vero e proprio problema che si accentua durante l’adolescenza, in cui si crea una decisa difficoltà nel relazionarsi efficacemente.
L’adolescente comincia a costruire la propria capacità di essere indipendente e per fare ciò può adottare comportamenti ed atteggiamenti di contrasto al tentativo di controllo, anche legittimo, dei genitori : sapersi muovere in tali circostanze può risultare molto faticoso.
Dialogo e autonomia : i presupposti per l’armonia familiare
E’ difficile comunicare e comprendersi per via della differenza di età e di ruolo: i genitori si sentono responsabili dei figli e vorrebbero, spesso in buona fede, indirizzarli per il meglio nella vita, ma talvolta ciò si traduce in imposizione e produce solo conflitti.
I figli dal canto loro, man mano che crescono, desiderano più autonomia ma talvolta esagerano e sono inconsapevoli dei rischi cui vanno incontro. Il punto è rispettare e conciliare in modo costruttivo le esigenze e capacità di entrambi.
I genitori devono imparare a rispettare le crescenti esigenze di libertà dei figli fin dall’infanzia, senza aspettare la ribellione adolescenziale, dando loro fiducia e insegnandogli a scegliere da soli con libertà. Mentre i figli devono rispettare il senso di responsabilità dei genitori, le loro ansie e preoccupazioni e anche apprezzarne la maggiore esperienza.
Il conflitto tra genitori e figli
Non sempre il conflitto deve essere visto come qualcosa di assolutamente negativo. Il conflitto può essere considerato come una fase a volte necessaria nello sviluppo dell’adolescente attraverso l’acquisizione di autonomia di scoperta di regole e di espressione del propria individualità.
Occorre tuttavia saper gestire questo momento imparando a calibrare la comunicazione con il proprio figlio. I conflitti tra genitori e figli degenerano in comportamenti non produttivi qualora non si adotti un atteggiamento autorevole.
Un dialogo franco e aperto permette ad entrambi di esprimere le proprie esigenze, emozioni e idee senza sentirsi giudicati. Mantenere un atteggiamento accogliente e pronto all’ascolto, aiuta a prevenire eventuali disagi e a ridimensionare problemi che sembrano insormontabili.
Lo psicologo psicoterapeuta cosa fa?
Lo psicoterapeuta può essere un valido sostegno nella comprensione e nell’analisi del rapporto con i propri figli. Voler risolvere un conflitto richiede naturalmente che entrambe le parti, genitori e figli, siano disposti a modificare ruolo e atteggiamenti.
I genitori sostengono con forza di aver dato tutto ai figli, ma sentono anche di avere delle responsabilità. Quello che serve è capire con un aiuto qualificato quale sia la strada migliore da prendere, abbandonando le vecchie abitudini ma soprattutto non delegando completamente il proprio ruolo allo psicoterapeuta.
I cambiamenti che si sviluppano nel corso dell’adolescenza fanno percepire l’adolescente come una persona improvvisamente diversa e “nuova”, ma il ruolo dello psicologo psicoterapeuta non è “aggiustare l’adolescente”, ma facilitare il ricrearsi di una relazione più armonica tra persone che fondamentalmente si amano ma che non riescono a comprendersi.
scritto da Alessandro Lasagni, Psicologo Psicoterapeuta Sassuolo e Reggio Emilia
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