A volte il dolore è così grande e ingestibile che sembra impossibile parlarne con gli altri; ci si sente soli con la propria angoscia e il processo di elaborazione diviene più difficoltoso perché non c’è possibilità di condividere e darsi sostegno reciproco.
Nei casi di perdita prematura, improvvisa o inattesa il dolore ci coglie di sorpresa, il legame si spezza in un attimo, senza preavviso, lasciando un vuoto incolmabile ed eventuali questioni in sospeso.
La difficoltà di gestire le proprie emozioni
È normale provare un grande dolore in risposta alla separazione dalle persone che amiamo. Il dolore emotivo può non essere costante, ma va e viene e può comprendere una varietà di sentimenti, come la tristezza, l’afflizione, la rabbia, il senso di colpa, l’ansia, la paura, la disperazione, l’impotenza, la confusione o sintomi fisici come insonnia, spossatezza, difficoltà di concentrarsi o prestare attenzione o mancanza di appetito.
Le reazioni e i vissuti messi in moto da un tale evento, tendono con il tempo ad essere assorbite ed elaborate, ma la modalità ed i tempi variano da persona a persona e anche da un sistema familiare all’altro.
Che ruolo ha la famiglia nell’elaborazione del lutto?
La letteratura in materia ha dapprima posto l’accento sull’individuo e la sua capacità o meno di elaborare la perdita. Tuttavia, l’individuo è immerso in un sistema, quello familiare, che inevitabilmente lo condiziona e dal quale è condizionato.
La famiglia può essere il luogo naturale dove si elabora una perdita, perchè c’è la possibilità di condividere e sostenersi. Avere difficoltà nel farlo è comprensibile e possibile, ed in questi casi è di grande aiuto un sostegno psicologico.
Se il lutto avviene all’interno del sistema familiare ?
Oltre alla scomparsa del legame affettivo vengono a mancare i ruoli, i rituali, le relazioni, l’unità familiare, i progetti, le speranze e la progettazione del futuro : la vita della famiglia si trova a doversi riedificare.
Il coinvolgimento di tutti i membri può trasformare la famiglia in un sistema chiuso nel suo dolore facendo venire meno la sua risorsa fondamentale : la capacità comunicativa e la possibilità di confrontarsi con gli altri.
Il livello di coesione tra i membri è una delle principali variabili che orientano l’esito del processo di elaborazione del lutto, insieme alla qualità dell’organizzazione familiare, la sua flessibilità o rigidità.
Lo psicologo psicoterapeuta cosa fa ?
In un tema delicato come il lutto, come terapeuti ci si trova a vivere il dolore della famiglia, ed è forse questo l’aspetto più difficile da gestire. L’aspetto a cui dare grande attenzione con il massimo rispetto verso il vissuto che ciascuno porta.
Un obiettivo del lavoro psicoterapeutico è aiutare la famiglia a padroneggiare il proprio dolore, facendo sì che le persone si sentano abbastanza sicure da aprirsi, in modo che possano condividere i loro vissuti e darsi reciproco sostegno o siano in grado di elaborarlo.
Il terapeuta inoltre sostiene la famiglia nel difficile lavoro di accettare che il futuro che aveva immaginato deve essere riscritto alla luce del fatto che uno dei suoi protagonisti è venuto a mancare.
Lo scopo del percorso psicoterapeutico diventa quindi quello di riattivare le risorse del sistema familiare e permettergli di riprendere la sua naturale evoluzione.
scritto da Alessandro Lasagni, Psicologo Psicoterapeuta Sassuolo e Reggio Emilia
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